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Il segmento testuale Al P è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 82

Brano: [...]o divennero solerti sostenitori del fascismo. G.A. passò al servizio deila famiglia Ciano (v.) e divenne redattore capo de « Il Telegrafo » di Livorno. Successivamente accettò dal governo fascista mansioni di controllo e di censura sulla stampa, rendendo la vita difficile a molti suoi ex compagni e colleghi.

Anseimi, Giuseppe

Pippo. N. a Sanremo (Imperia) il' 12.2.1883, fucilato dai fascisti a Castelvecchio (Imperia) il 6.11.1944. Iscritto al Partito socialista dal 1905 e passato al Partito comunista nel

1921, fu attivo antifascista e perseguitato politico. Dopo T8.9.1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza, membro del C.L.N. di Sanremo, e diede vita alle prime bande partigiane della zona. Comandante di una formazione che vide cadere il 70 per cento degli effettivi, verso la fine dell’agosto 1944 egli stesso venne catturato in seguito a delazione: dopo essere stato lungamente torturato dai fascisti, il 6.11.1944 venne fucilato insieme ai patrioti Armando Denza e Luigi Novella, a titolo di rappresaglia per l’avvenuta uccisione di due militi fascisti.

Nella sua u[...]

[...]amente lo strumento diplomatico all’alleanza del triplice espansionismo militaristico tedesco, giapponese e italiano, che mirava a sovvertire radicalmente l’equilibrio mondiale uscito dai trattati di pace del 1919, facendo perno da una parte sulla minaccia di accerchiamento contro l’Unione Sovietica e, dall’altra, sull’attacco alle posizioni mondiali dell'Inghilterra, donde l’importanza dello scacchiere asiatico e del nuovo dinamismo giapponese. Al P.A., che rimase la piattaforma ideologica delle potenze banditrici del « nuovo ordine » in Europa e in Asia, aderirono successivamente, nel segno della crociata antibolscevica, anche gli Stati satelliti delle potenze dell’Asse: Bulgaria, Croazia, Romania, Slovacchia e Ungheria; tra i paesi caduti sotto la dominazione nazista, vi aderì la Danimarca; infine, tra i paesi non impegnati direttamente nel secondo conflitto mondiale, vi aderì la Spagna. In Asia aderì al P.A. il regime collaborazionista cinese di Wang ChingWei.

E. Co.

Antifascismo all estero

La lotta contro il fascismo è stata[...]

[...]e la piattaforma ideologica delle potenze banditrici del « nuovo ordine » in Europa e in Asia, aderirono successivamente, nel segno della crociata antibolscevica, anche gli Stati satelliti delle potenze dell’Asse: Bulgaria, Croazia, Romania, Slovacchia e Ungheria; tra i paesi caduti sotto la dominazione nazista, vi aderì la Danimarca; infine, tra i paesi non impegnati direttamente nel secondo conflitto mondiale, vi aderì la Spagna. In Asia aderì al P.A. il regime collaborazionista cinese di Wang ChingWei.

E. Co.

Antifascismo all estero

La lotta contro il fascismo è stata organizzata e condotta soprattutto in Italia. Nel paese vi erano le masse lavoratrici operaie, contadine, intellettuali; vi era il fascismo con tutte le strutture portanti del regi

me dittatoriale: chiesa, scuoia, organizzazioni di massa (dopolavoro; circoli sportivi, culturali e ricreativi; sindacati) e militari (esercito, milizia, polizia), magistratura e tribunali. In Italia il fascismo si reggeva economicamente, politicamente e militarmente, con la forza e[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 246

Brano: [...]rturo

dere parte alle operazioni belliche. Quando, dopo la rivoluzione russa del febbraio 1917, il governo capeggiato dal socialista Kerenskij manifestò l’intenzione di uscire dal conflitto, Labriola fu inviato dal governo italiano a Pietrogrado con una delegazione che aveva il compito di persuaderlo a continuare la guerra a fianco dell’Intesa. Della rivoluzione russa egli si era fatto peraltro esaltatore nel discorso pronunciato il 13.8.1917 al Politeama di Napoli.

Primo dopoguerra

Alle elezioni comunali tenutesi alla fine della prima guerra mondiale, rinnovatosi il successo popolare, Labriola fu eletto prosindaco, onde superare l’incompatibilità con l'incarico di parlamentare al quale fu rieletto nel 1919.

Quando, nel giugno 1920, il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti cercò l’apertura a sinistra verso i socialisti (dai quali, compresi i turatiani, si ebbe un diniego), Labriola venne designato come ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, carica che conservò anche nella successiva legislatura col nuovo gabinett[...]

[...]o sostenne energicamente il punto di vista dello Stato, affermando tra l’altro (30.11.1921, discorso alla Camera):

« Giudico il fascismo un’esplosione dello spirito di autorità in una società anarchica [...]. Restituite allo Stato la sua autorità, date all’autorità un ideale e una meta, e il fascismo è riassorbito ».

Dopo la marcia su Roma riprese a collaborare col P.S.I., nelle cui file fu rieletto alle elezioni maggioritarie del 1924.

Al P.S.I. in fondo lo legava la sua tematica antifascista di quegli anni, che nel suo ultimo discorso alla Camera Io portò a dire:

« Noi siamo convinti che la sovranità di un Paese non possa risiedere che nel popolo, il quale la esercita attraverso i suoi rappresentanti, eletti in elezioni non sofisticate dallo intrigo e dalla violenza. In questo stato d’animo, con questi convincimenti, siamo sicuri di combattere per il nostro Paese e così di rappresentare un poco anche voi [cioè, i fascisti] ».

Aventiniano per disciplina di partito, Labriola continuò la sua battaglia dalle cattedre di Econo[...]

[...]talia ». Dal 1927 al 1932 insegnò in varie università (Bruxelles, New York, Buenos Aires), astenendosi da ogni azione politica, limitandosi a collaborare ad alcuni giornali dell’emigrazione e agli organi socialisti francesi e belgi. Il deteriorarsi della sua posizione politica venne in luce allorché il fascismo aggredì l’Etiopia (v.). In quella circostanza Labriola manifestò la sua « solidarietà » con i fascisti e la cosa gli costò l’espulsione dal P.S.I.

Allo scoppio della guerra etiopica egli inviò al l'ambasciatore italiano in Belgio una lettera nella quale sosteneva: « Nel momento in cui il mio Paese trovasi impegnato in un’azione grave e difficile, ma gloriosa, mi permetto di assicurare V.E. dei miei sentimenti di piena solidarietà col mio Paese al di sopra ed al di là di tutte le mie preferenze politiche ».

il rientro in Italia

Il passo era tale da estraniarlo del tutto dalla comunità antifascista: nel dicembre 1936 rientrò in Italia. Isolato anche a Napoli, l’unica attività che potè svolgere negli anni 193638 fu la collabo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 371

Brano: [...]elle sinistre — seminarono fra i borghesi bempensanti quella paura del disordine e dell'illegalità che avrebbe preparato il terreno al colpo di Stato “restauratore”.

L’unica forza politica organizzata, sufficientemente coesa e diffusa su tutto il territorio regionale, guidata da capi autorevoli e prestigiosi, era comunque il P.S. d’A.. Alle elezioni politiche del 1919 la lista dei Combattenti ebbe 3 deputati eletti (su

12), risultando così al primo posto nel collegio di Cagliari e al secondo in quello di Sassari (in totale la lista raccolse 31.016 voti, quasi il 25% dell’elettorato). Nelle elezioni del 1921, la lista dei “quattro mori” sardisti conquistò addirittura 4 seggi, portando alla Camera dei deputati, oltre a Emilio Lussu, Paolo Orano (v.) e Umberto Cao (che sarebbero poi passati entrambi al fascismo), e l’avvocato nuorese Pietro Mastino che invece rimarrà inflessibile oppositore del regime (quella volta si votò su un’unica circoscrizione regionale: su 122.497 voti validi, il P.S. d’A. ne ebbe 35.488, circa il 28,9%).

All[...]

[...]ndolfo, nominato prefetto della provincia, ma in realtà inviato speciale di Benito Mussolini con poteri su tutta l’isola. Suo compito era di fascistizzare la Sardegna proponendo ai capi sardisti di entrare nel P.N.F. in cam

bio di una politica più attenta alle esigenze dell’isola (nelle trattative, si parlò anche della concessione dell’autonomia).

In effetti, la “fusione” tra fascismo e sardismo avvenne tra il febbraio e l’aprile del 1923. Al P.N.F. passarono alcuni dirigenti sardisti di rilievo nonché numerosi quadri intermedi di piccola borghesia urbana e rurale. La base restò invece estranea all’operazione, soprattutto quando Lussu, che dovette guidare le trattative date le sue responsabilità di capo del partito, decise di tirarsene fuori, dimettendósi anche da deputato e annunciando il proprio ritiro da ogni attività pubblica (le sue dimissioni furono respinte due volte dalia Camera). Ma la “fusione” non avvenne pacificamente: i fascisti della “prima ora”, che vedevano di cattivo occhio l’afflusso di un nuovo e più popolare grup[...]

[...]cise di tirarsene fuori, dimettendósi anche da deputato e annunciando il proprio ritiro da ogni attività pubblica (le sue dimissioni furono respinte due volte dalia Camera). Ma la “fusione” non avvenne pacificamente: i fascisti della “prima ora”, che vedevano di cattivo occhio l’afflusso di un nuovo e più popolare gruppo dirigente, scatenarono una serie di disordini per osteggiare le trattative e anche per fare le loro ultime vendette al riparo dal potere statale: il 13.11.1923, dopo un incontro al Consiglio provinciale in cui il sottosegretario sardo Pietro Lissia aveva portato le prime avances del Governo, Lussu venne ferito in un disordine di piazza; il 26 novembre l’operaio Efisio Melis, che non aveva voluto salutare il gagliardetto durante una manifestazione fascista, venne trafitto con la lancia dello stesso gagliardetto (morirà all’ospedale dopo qualche settimana) ; il 22 dicembre venne invasa, saccheggiata e incendiata la tipografia de II Solco, il combattivo quotidiano sardista; pochi giorni dopo, nella zona mineraria di Portoscu[...]

[...] ; il 22 dicembre venne invasa, saccheggiata e incendiata la tipografia de II Solco, il combattivo quotidiano sardista; pochi giorni dopo, nella zona mineraria di Portoscuso, venivano uccisi dagli squadristi di Iglesias i fratelli Luigi e Salvatore Fois, battellieri.

Di “autonomia” non si parlerà più: la “fusione” mise nelle mani dei sardisti fusionisti le leve dell’organizzazione fascista locale, il che comportò anche una resa incondizionata al potere centrale. Alcuni di quei capi s’illudevano di poter “sardizzare” (o “sardistizzare”) il fascismo, tanto che alcuni storici parleranno, a proposito di questa loro velleità, di « sardifascismo », ma in realtà sarà il regime a “fascistizzare” rapidamente la Sardegna, allineandola al sistema nazionale e facendole pagare duramente questa nuova e più stretta integrazione al sistema stesso. Se, negli anni dal 1920 al 1924, l’industria estratti va espelleva il 65% dei lavoratori (saranno questi ad alimentare il primo consistente flusso di e

migrazione sarda nel nostro secolo), la politica mon[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Al P, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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